Soundtrack del mese

U2 - City of Blinding Lights

[How to Dismantle an Atomic Bomb - 2004]

lunedì, agosto 21, 2006

Laboratorio di osservazione

E' il ristorante. Ristorante italiano anzi: un luogo semisconosciuto per i giapponesi, che spesso arrivano cercando miseramente degli hashi da stringere tra le dita. E invece niente, 2 forchette, un coltello e via con antipasti, pizza, pasta e carni miste. Gia' perche' in Giappone andare in pizzeria non significa espressamente "mangio una pizza", e' piu' un modo per provare una carrellata di cibi esotici e di moda. Motivo per cui, a volte, mentre mangiano la pizza chiedono "un bicchiere di limoncello" oppure "del caffelatte". E questo e' un momento molto delicato: il segreto, la chiave di volta, sta nel non ridere. Ma nemmeno abbozzare un sorrisetto di compassione, loro carpiscono anche quello; invece con garbo va risposto che il limoncello o il caffelatte si sposano male con il gusto che il signor cliente ha scelto, e che si consiglia di ordinarlo in seguito.
Ogni tanto funziona, ogni tanto li vedi tutti felici con la loro tazzona a fianco della 4 formaggi.

Ma il trono dell'assurdita' spetta alla cotoletta alla milanese. Ok e' vero che viene servita con coltello e forchetta in modo che la si possa distribuire tra tutti i commensali (stessa cosa per la pizza, nessuno ne ordina una per se ma vengono tutte divise equamente: un buon modo per assaggiare tutto e fare comunione, ma anche un inferno di piatti e piattini nei pochi mq di spazio dei tavolini), pero' i coltelli sono sempre al lato del piatto. Lato destro.
Invece, arrivata la cotoletta, imbracciano forchetta e cucchiaio e iniziano a tagliare. Con notevole difficolta' oltretutto, imbarazzo a volte, ma continuano imperrerriti. E allora c'e' chi li lascia fare e chi interviene, facendo notare che a fianco hanno il coltello; il problema e' che -sempre imbarazzatissimi- annuiscono e iniziano ad usarlo, ma in coppia con il cucchiaio.

Questo puo' essere considerato un feedback culturale alla millenaria tradizione di utilizzare gli hashi e avere sempre tutto gia' tagliato, pero' tutto sommato preferisco pensare che i giorni all'asilo in cui si facevano i giochini di logica loro fossero tutti assenti.

mercoledì, agosto 16, 2006

Questione di abitudine

Lo sanno tutti, i giapponesi sono un popolo di gente che rispetta la pulizia. Anzi, forse e' un popolo che semplicemente rispetta, in generale, ogni regola che gli viene imposta, pero' va riconosciuto che lo sanno fare davvero bene.

Per pulizia intendo in generale quella dell'ambiente pubblico: quante volte noi italiani passeggiando per le strade di una cittadina austriaca, svizzera o di un qualsiasi paese nord europeo rimaniamo stupiti per la totale assenza di cartacce, sigarette e quant'altro per terra?
Tokyo non raggiunge livelli tali, intendiamoci, pero' va considerato che i cestini non esistono. Gia', niente posti per buttare rifiuti per strada: tutto quello che si accumula camminando ce lo si porta dietro, mozziconi di sigaretta inclusi. Anzi a dire il vero i fumatori non possono nemmeno fumare ovunque per le strade, ma hanno degli appostiti spazi fortuna loro muniti di posaceneri.

Il motivo della mancanza di cestini, ma anche di cassonetti (i rifiuti in sacchi hanno delle zone di deposito e vengono ritirati periodicamente a seconda della zona da due a 7 volte la settimana) non ha propriamente sole ragioni culturali, o economiche (calcolare la spesa pubblica per la manutenzione di cestini a tokyo sarebbe abominevole); il fatto e' che i giapponesi hanno una paura maledetta dei cestini. Il motivo e' stato un attacco terroristico avvenuto proprio a Tokyo una decina di anni fa, l'ordigno era nascosto proprio in uno dei grossi cestini di un convenience store. Va detto che i cestini a raccolta differenziata dei conbini non sono stati aboliti, pero' ora sono tutti trasparenti, in modo da poterci vedere sempre il contenuto.

Ma lo stupore non si ferma solo alla quotidianita' per strada: prendendo per esempio il cinema si rimane basiti quando all'uscita della sala tutti posrtano fuori i propri bicchieri e le vaschette dei pop corn vuote, depositando il tutto in appositi contenitori all'esterno.
Il massimo pero' e' stato al mare, dove i bagnini passavano tra le tende (si perche' i giapponesi al mare vanno con ombrellone e una piccola tenda, tipo quelle a igloo) con un saccone di plastica, raccogliendo dai bagnanti i rifiuti del pranzo.