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U2 - City of Blinding Lights

[How to Dismantle an Atomic Bomb - 2004]

sabato, maggio 31, 2008

Orgoglio(ne) nazionale

E' dura esprimersi dopo una partita del genere. Primo set liscio, secondo e terzo persi entrambi 28-30, con la paura che non si riusciva piu' a chiudere un muro. E i giapponesi che davano il 120%. Quarto set peggio ancora, 6 servizi sulla rete, attacchi errati, e un parziale di 17-24 che mi ha fatto alzare dal divano in preda a sconforto e rabbia.

Rabbia per l'entusiasmo di questi maledetti musi gialli, che monopolizzano la sede dei campionati di pallavolo ormai da 3 anni, con folle nei palazzetti premunite di bastoncini dorati da sbatacchiare, servizi televisivi sui giocatori e cantanti e personaggi famosi invitati in tribuna per alzare l'audience ("e' stato mai a vedere un match di pallavolo?" "no, e' la prima volta"). Poi Meoni in battuta, e si torna 24 pari. Minuti passati piegato su me stesso con le mani sugli occhi. Il commentatore che perde man mano l'entusiasmo. "Ma e' sempre match point, ancora uno, ancora uno". Al 24, il gelo. Ma mica e' finita, magari. Ancora una volta si soffre punto su punto. Set point nostri annullati, altri match point loro sventati. Ma ormai non fanno paura come prima. Perche' finalmente ci crediamo. Alla fine si riesce a sventare un attacco loro su battuta nostra, ed e' 35-33.

Esulto. Prendo in braccio Un Son che sta giocando a fianco a me con la psp a Need for Speed, stanca di vedermi crucciato davanti alla tv, e salto come un ebete per il salotto. Spero mi abbiano sentito i vicini, e spero pure che stessero guardando la partita.
Il tie-break e' liscio, liscissimo. parziale di 9-1 amministrato fino a un 15-7 che non lascia piu' paure per noi, e che si trasforma per i giapponesi in una lenta agonia.

Il commentatore, alle 9 palle match loro, lo ha dichiarato: e' l'italia delle medaglie olimpiche, del dominio ai mondiali, quella che stavano per battere. Non l'hanno battuta, ma quello che ha descritto e' vero. Magari al momento e' un bagaglio di responsabilita' un po' troppo pesante, ma prima o poi il cerchio si richiude. Per il momento, bisogna tenere duro.