Soundtrack del mese

U2 - City of Blinding Lights

[How to Dismantle an Atomic Bomb - 2004]

domenica, novembre 19, 2006

Ooooooooo Hey! Hey! Hey! Hey!

A vederlo il titolo cosi' e' proprio brutto. Ma e' significativo, simboleggia un po' quello che e' il clubbing giapponese. Volevo scrivere a caldo, appena tornato a casa pero' alle 9 di mattina, dopo 27 ore di veglia (anzi meno, dalle 17 alle 21 ieri mi sono abbioccato) e con sulle spalle 7 inning di baseball e 5 partitelle a calcetto, non me la sono propriamente sentita.

Non mi viene da raccontare con ordine, partendo dall'inizio e spiegando per bene quello che e' successo; ho pero' bene impresse alcune immagini (mentali, e non tutte sono visive) di quella che e' stata una normale serata di club a Roppongi, con un finale un po' sopra le righe.
Non vado spesso a Roppongi, non mi piace particolarmente girare attorniato da americani, che siano militari, avventori o strilloni che ti propongono "girls topless and bottomless and free entrance".
Pero' non mi dispiace andare nei club, per lo meno quando c'e' buona compagnia: e ieri sono uscito col nigeriano fiol -che d'ora in poi per semplicita' chiameremo Ibedon- e con Luca, che piu' che altro era attratto dall'idea di andare a mangiare dell'ottimo sushi a Tsukiji dopo le bravate notturne.

Inizio un po' in sordina, vaghiamo tra Gas Panic e Gas Panic 99: tanti ammerigani rapper, giapponesi cicce e poco da fare, Ibedon non ha voglia di andare al club dove lavora di solito, cosi' viriamo per il sempre ottimo Vanilla. All'ingresso c'e' la fila (scopriro' in seguito che stanno rifacendo il piano superiore) ma noi siamo stranieri e quindi privilegiati da queste parti, ci fanno passare subito. Dentro e' sempre il solito: mettiamo giacche e maglie in un armadietto (300yen, bastardi) prendiamo la prima consumazione e andiamo in pista.

Ai giapponesi la musica techno piace parecchio; facile da ascoltare e da ballare (beat veloce = movimenti brevi, quindi non serve una laurea per andare a tempo) e hanno la peculiare abitudine di urlare, tutti assieme, una specie di ritornello ogni tanto, che all'inizio fa piu' o meno come riportato nel titolo. Dopo gli iniziali sconcerti le prime volte, ci si fa l'abitudine e si finisce per unirsi al coro.
Il resto e' stato abbastanza automatico: cocktail alla vodka, fumi da discoteca che sanno di incenso, discreta techno (pezzi locali, con qualche brano internazionale) sala affollata e tanto movimento, come se non mi fosse bastato quello del giorno: infatti ora ho male a muscoli che nemmeno sapevo di avere.

La serata ha poi svoltato bene con la conoscenza di Kumiko, simpatica universitaria di Makuhari, con la quale ho trascorso il resto della serata. Guadagnando tra l'altro un cospicuo quantitativo di punti reputazione con Ibedon. Il tempo e' trascorso liscio, tra giri di drink, poche chiacchere e tanto ballare; forse non e' il verbo corretto per descrivere la gente che si muove al ritmo di un beat cosi' frenetico ma per lo meno rendiamo l'idea, io stesso non sono un grande appassionato ma quando si e' in compagnia ci si diverte comunque.
Fatto sta che si e' divertita parecchio anche lei.

domenica, novembre 12, 2006

Elegia al fast-food (giapponese)

Potrei risulatre blasfemo ai piu', ma ho deciso di raccontare della mia soddisfazione a usufruire dei fast food in Giappone.
E sia chiaro non parlo dei fast food a base di cibi giapponesi (dei quali tra l'altro fruisco largamente) come Yoshinoya o Katsuya, ma proprio di quelli a cui siamo ben abituati anche in Italia, i venditori di hamburger.
E il primo nome a cui si associa "hamburger" e' McDonald.


A me McDonald piace. Gia' avevo parlato del fatto che qua diversamente dal resto del mondo il Mac non puzza (neppure dentro) ed e' quindi un posto accessibile senza dover per forza sacrificare ogni indumento indossato prematuramente alla lavatrice. Ma ci sono altri motivi che mi spingono a frequentare McDonald quasi quotidianamente.
Il primo e' un solido motivo economico: al Mac mangiare costa poco. Ma davvero poco, i prezzi sono sorprendenti: i panini base (Hamburger, Cheeseburger, McChiken) costano 100yen, come le bibite e i dolcetti. Ricordo che 100yen al cambio attuale sono circa 66 centesimi di euro.
Inoltre sono posti puliti, e con tante panche. A me le panche piacciono parecchio: a differenza delle sedie sono imbottite anche sullo schienale e permettono di appoggiare le cose (cappotto e borsa in genere).
Cosi' il Mac e' diventato il luogo dove posso fare colazione (torta di mele e succo d'arancia in genere, se ho proprio fame aggiungo un cheeseburger) e leggere un po' o studiare prima dei corsi, oppure la domenica pomeriggio. Oltretutto la musica nei locali e' piacevole, sono brani bossa nova (in stile Astrud Gilberto per dire) a volume piuttosto basso; e se proprio voglio ho sempre l'iPod, anche se gli Ellegarden non sono il massimo per concentrarsi.

Se invece voglio andare al fastfood per mangiare un buon hamburger, ci sono posti come Mos Burger o Freshness Burger. Con tutta la stima che posso avere per il Mac, i panini rimangono panini del Mac, cioe' cose che sanno da poco. In Giappone questo l'hanno capito e cosi' sono nate diverse catene che offrono una linea di prodotti diversi, seguendo la filosofia della qualita' offerta a un prezzo premium. I menu difatti costano oltre un terzo in piu' di quelli cel McDonald, ma i panini, e le patate fritte, sono fatti a mano e al momento: niente servizio al volo quindi, al momento di pagare viene ricevuto un cartellino col quale ci si puo' accomodare ai tavoli, ed essere serviti dopo qualche minuto.
E assicuro che vale la pena di aspettare. La carne degli hamburger sembra quella fatta in casa, il pane sa da pane e le salse sono strepitose. Menzione speciale al sugo (chiamarlo salsa e' riduttivo) del MosCheeseBurger, fatto con pomodori e cipolle tritate. Le patate pure sono tagliate a mano, belle grosse e col cuore sotto la parte fritta che e' effettivamente patata, e sono accompagnate da anelli di cipolla fritti. Il fatto poi che il tutto venga servito dentro graziosi cestini di vimini e che le bibite siano portate in bicchieri vetro non fa che aumentare la qualita' percepita del servizio.

Conclusione: i giapponesi sono riusciti a trasformare una fetta di cultura americana in qualcosa di decente.

venerdì, novembre 10, 2006

11-11

Cioe' domani. Tokyo e' in trepidazione, l'adrenalina si sente scorrere tra la gente che freneticamente cammina per strada.

Nessuno parla d'altro, amici e colleghi inclusi. "Mio padre e' gia' in fermento", "Mia sorella non vede l'ora" tutti lo sanno e tutti non stanno nella pelle ormai.

Perche' da domani mattina, la Playstation 3 sara' in vendita in tutto il Giappone.

mercoledì, novembre 08, 2006

Nuove frontiere linguistiche

Non si finisce mai di imparare, e in questi casi vanno ringraziate anche le disgrazie. Tipo il subdolo bacillo che da 4 giorni mi sta creando fastidiosi mal di gola, naso colante e dolori vari, manco fossi un pensionato. Come dice quel gran dritto del mio amico nigeriano, ho la testa a Roppongi; questa frase non ha un senso logico compiuto ma indicativamente rende l'idea del mio stato mentale al momento, uno dei miei difetti e' sempre stato quello di mal sopportare qualsiasi genere di raffreddore.

Torniamo al dunque, oggi dovevo essere proprio ridotto male perche' ho impietosito il capo, il quale mi ha concesso di uscire ben 2 ore prima. Sulla strada di casa ho deciso di accettare il suo consiglio e comprarmi delle medicine. Bisogna infatti sapere che da buon testone (o meglio, inguaribile pigro) le mie uniche contromosse alla peste che ho in corpo sono state 3 mele e varie bottiglie di CC Lemon, una bevanda che si spaccia per limonata ma con i suoi 4.2 GRAMMI di Vitamina C in 1.5l e' quasi una sostanza fuorilegge.
Bene, insomma mi sono convinto a entrare in una farmacia e cercare qualcosa per lenire le mie pene.

Hayao: "salve sig. commesso."
Farmacista: "buonasera onorevole cliente."
H: "cerco una medicina per il raffreddore, ne ha?"
F (con uno sguardo tra l'impietosito e il clinico): "come no! ne vuole proprio per il raffreddore? (tradotto: maledetto straniero deficiente, sei in una farmacia e chiedi se ho medicine?)"
H (che ha capito la traduzione ma non ha voglia di ribattere): "si per favore. quale mi consiglia?
F: "le migliori sono a capsule, 3 al giorno dopo i pasti."
H: "benissimo (non avete aspirine maledetto popolo di barbari, e tutti che ingollano capsule dalla mattina alla sera. come quelle nuove della DHC per combattere le rughe! manca solo che facciano le capsule per cicatrizzare le ferite e le ho viste tutte, dannati figli di Dragonball). Ma per sapere, che principio attivo contiene?"
F: "痔藩欧船橋幕張"
H: "..."
F: "..."
H: "grazie e arrivederci."

E cosi' finisce la storia. Ora mi ritrovo con 20 confetti ovali semitrasparenti e sbrilluccicosi, non so cosa ci sia dentro ma dall'aspetto assomigliano alle capsule per evitare la caduta dei capelli. Io le provo, alla prossima influenza mi porto dietro un vocabolario.

giovedì, novembre 02, 2006

Marketing asiatico

Non ho nulla da scrivere (anzi avrei un sacco ma raccontare qua poi porta pegola), cosi' mi soffermo su qualche novita' imprenditoriali che iperversano al momento in Giappone.

La prima ha scosso la finanza nipponica per mesi, e non solo la finanza visti i casi giudiziari che ne sono conesguiti... in ogni caso dal 1 ottobre scorso la Vodafone Japan e' stata acquisita dalla Softbank Japan. VJ era uno dei tre colossi della telefonia mobile, e assieme a NTT DoCoMo (la corrispondente -in scala- della nostra Telecom Mobile) e KDDI AU dominava il mercato di telefonini piu' florido del mondo. Il mercato c'e' ancora, la Vodafone no e al suo posto ora capeggia il = (non e' un errore di battitura, e' proprio il simbolo) della Softbank, sedicente azienda guidata da un Ricucci un po' piu' furbo che si sta creando un nome tra le corporation piu' grosse del Giappone.
La campagna pubblicitaria e' stata maestosa, prima e dopo l'acquisizione: c'e' stata un'azione di co-marketing per la presentazione dei nuovi telefoni assieme all'iPod di Apple e al momento la testimonial di softbank e' Cameron Diaz.

Rimanendo in tema di co-marketing, e' uscita da ieri la campagna pubblicitaria di Apple e Nike, che promuovono assieme iPod e l'ennesimo modello da street-walking della casa col baffo. Apple in questo periodo e' davvero scatenata, dopo le campagne estive, e quella con Softbank di ottobre.

Per concludere la carrellata, NTT DoCoMo ha presentato tramite i fantomatici Kat-Tun (boy band nipponica lanciata sulla scena lo scorso marzo: 1 disco e 10.000 campagne pubblicitarie) la nuova collezione di cellulari. Piccola parentesi: al contrario che in Europa, in Giappone ogni compagnia telefonica utilizza modelli di cellulari diversi (questo significa che per cambiare compagnia si deve anche cambiare cellulare): di conseguenza la lotta con la concorrenza non si gioca solo a tariffe e servizi ma anche a feature nei cellulari posseduti. La nuova serie 903i puo' essere letteralmente utilizzata come carta di credito, passandola vicino a scanner appositi e' possibile usare la metro (ma e' una feature vecchia), pagare nei maggiori convenience store e utilizzare le 2 piu' grandi compagnie di taxi di Tokyo. Insomma si puo' anche lasciare il portafiglio a casa, e spararsi nel caso ti freghino il telefono.