Soundtrack del mese

U2 - City of Blinding Lights

[How to Dismantle an Atomic Bomb - 2004]

mercoledì, dicembre 10, 2008

Riassunto in forma riduttiva

Il tempo ultimamente e' incerto, si alternano cieli tersi e tremendamente azzurri a lunghi temporali con la pioggia che cade senza violenza ma incessante.

Oggi e' uno dei giorni tersi, vento da nord stranamente non troppo freddo che ha spazzato i nuvoloni di ieri ben oltre Shinagawa, forse anche oltre la baia.
Si perche' io non me ne accorgo, ma a meno di 10km da dove abito c'e' il mare. Tokyo e' strana per questo, vivi la tua giornata circondato dai palazzi senza renderti conto della dimensione effettiva del posto, e benche' meno la sua geografia.

Sono in ritardo, lo so. Ho perso un sacco di mesi ma i problemi sono stati tanti e vari, non sto a parlarne. Devo per altro ancora decidere che foto mettere (perche' mettere una foto? mah ho iniziato tempo fa e rende i post meno uguali l'uno all'altro, quindi continuo), e ne uscira' sicuramente una che non centra un tubo con l'argomento. O gli argomenti.

Un po' di colpa ce l'ha anche la scimmia eh, non lo nego. Ma come diceva Leopardi naufragar mi e' dolce in questo mare. E io modestamente, ci sto dando dentro.

Mi sono scoperto facilmente emozionabile di fronte alle grandi opere di viabilita' stradale, ho i brividi a vedere il tratto della Shuto Expressway 3 che passa dietro a Shibuya e sopra alla Roppongi dōri, cosi' come rimango sempre affascinato a guardare dal finestrino della macchina sul tratto Seoul-Incheon. Sarebbe facile fare paragoni o ironia con le opere di comunicazione stradale italiane, sorvoliamo.

Tra poco si torna a casa per le vacanze, e sono incastrato nell'annoso problema dei regali. Troppi, troppo voluminosi, troppo fuori budget. Sto pensando a un Natale diverso, liberi dall'obbligo di dare/ricevere, ma anche qui e' una tattica -appastanza ipocrita- gia' usata in passato e che funziona ben poco. Potrei dire che mi e' stato confiscato tutto alla dogana di Francoforte.

Ecco, ho trovato che foto mettere.

Questi sono Silvia e Filippo, gli ultimi due amici che sono venuti a trovarmi questo ottobre. Non dimentico certo la sortita di Fabio&Simone questa estate (e nemmeno il CM se la dimentica hahaha), ma le foto con loro sono spesso ... compromettenti. Cerchiamo di salvare la faccia almeno sul forum.

Questo anche per dire che ora che ho una casa decentemente spaziosa (verrebbe catalogata bilocale con cucina abitabile in Italia, qui invece si definisce reggia) posso anche permettermi di ospitarvi, sotto la placida benedizione di Eun Sun.

Sto ancora aspettando il micidiale vento siberiano che segna l'effettivo arrivo dell'inverno, ma son ben contento che mi faccia aspettare. Tanto sono pronto al clima piu' rigido, passando tutte le sere in quel di Northrend-

Az... l'ho detto!

domenica, agosto 31, 2008

Sono molto precisi. O solo dei babbi.

Pensavo di scrivere della Corea (ancora!), o qualche aneddoto recente di vita mondana (magari incentrato sul CM, che va sempre di moda), ma non mi viene. Da una parte trovo sempre complicato parlare di Seoul perche' la maggior parte del tempo in Corea la spendo per lavoro, e non mi va di parlarne qui; riguardo la vita mondana locale invece, e' stata recentemente ridimensionata, quindi nulla di ecclatante.

Tiro fuori un argomento di riserva quindi. Ne ho diversi a dire il vero, ma ce n'e' uno in particolare che mi sta a cuore in quanto poco conosciuto dai piu'. Si tratta della formalita' giapponese.

Ahaaaa -sento gia' rispondere- poco conosciuta una ceppa! Lo sanno tutti che i giapponesi sono un popolo incrediblmente formale!

Si, ma quanto?

Ecco, questa e' una confezione di sugo Barilla acquistata in un supermercato di Meguro. Alla cassa la commessa tiene le cose di vetro per ultime, e dopo averle passate allo scanner le avvolge una a una con questa membrana di plastica.
Diciamolo, non e' che senza di questa si corre il rischio di rompere il barattolo. Quanti di voi hanno mai avuto problemi di questo genere portando la spesa a casa in Italia?

Eppure qui si usa, perche' fa bello. E poco importa se hai 5 sughi, 2 bottiglie di olio e 3 marmellate in carrello e dietro di te si sta formando una fila di clienti incredibile: la cassiera imballa impassibile e tutti dietro aspettano.


Il secondo aspetto di questa formalita' e' molto piu' ilare a mio avviso, e riguarda di cosiddetti "lavori inutili" che sembrano tuttavia estremamente popolari in Giappone.

Ecco qua un esempio, incrocio a Shinjuku nord. Si vede poco e mi dispiace, comunque abbiamo 2 tipi che ci stanno dando di martello pneumatico nello stesso tombino, uno con le mani dietro la schiena che guarda e DUE che si sbracciano ogni volta che un passante attraversa la strada indicando che ci sono lavori in corso.
Perche'? E' una prerogativa del Giappone. Cosi' come gli omini alle entrate/uscite dei parcheggi dei supermercati che fanno segno alle macchine di sterzare, o che fanno segno all'autista di aspettare perche' c'e' un pedone davanti a lui. O quello che all'aeroporto mette le valige che scendono dal rullo sul nastro circolare tutte in posizione verticale.

Sabato sera ho ordinato la pizza, e sono venuti in due a portarmela. Evidentemente uno era nuovo del mestiere e l'altro controllava che sapesse contare i soldi e, soprattutto, porgermi il cartone.

Piu' ci penso e piu' mi convinco che Windows Vista sia nato dall'esperienza di un viaggio da queste parti.

giovedì, luglio 24, 2008

Note sparse

Il 4 giugno e' uscito il nuovo album dei Beat Crusaders. Si chiama popdod, nome in linea con la filosofia autoironica dei BeCru di inserire "pop" nei loro titoli da quando hanno smesso di essere una band indie. Bello l'effetto "a specchio" del titolo, cosa a cui solo un popolo abituato a scrivere con disegni puo' pensare.

L'album si presenta bene: copertina, case e libretto dal look unico e coinvolgente. Bello anche il DVD incluso, con il live estivo dell'anno scorso.

Il problema e' uno solo, le canzoni. Ad ascoltarle ci si fa l'abitudine e piacciono, ma manca totalmente il feeling iniziale con i brani, quella scarica che metteva subito in sintonia con un pezzo al suo primo ascolto. Voto 6,5 non il loro miglior album ma pur sempre discreto.


Sono tornato a Seoul passando per Haneda/Gimpo. Il viaggio attraverso questi due aeroporti, che si possono paragonare a Ciampino/Linate, e' molto piu' rilassante e veloce rispetto al dover affrontare Narita/Incheon; il problema e' che i voli dagli scali piccoli sono sempre pieni.

Bello Haneda, l'aeroporto storico di Tokyo, il "campo delle ali". E' situato a sud della baia di Tokyo, sulla strada per Yokohama, a un passo dal mare. Le strutture sono minute, a uno o due piani, e le hall delle partenze e arrivi graziosamente piccole. Sembra l'aeroporto di Tessera quando era ospitato nel vecchio edificio.
Niente code al controllo passaporti, pochi voli e pochi gate. 30 minuti di treno da casa. Un paradiso.

Gimpo invece ha sempre un'aria malinconica. Come due anni fa sono ripartito nel tardo pomeriggio e l'atmosfera, complice anche le sale semidesterte, faceva molto Deserto dei Tartari.

Inutile dire che in questi giorni entrambi gli scali sono invece presi d'assalto da turisti nippo-coreani che si spostano in massa da un Paese all'altro; mi piace pero' pensare che questi aeroporti stiano aspettando che tutto torni alla solita placida calma, appena finira' la stagione delle ferie. E io l'aspetto al varco per il nuovo Seoul trip.

Adesso, un po' di riposo (forse) in Italia. Metto in dubbio la possibilita' di far vacanza perche' sembra che i giapponesi siano bravissimi a rompere anche dalla lunga distanza. Vedremo chi vincera'.

lunedì, giugno 16, 2008

Meiji Jingu e il tifo di altri tempi

a Eccomi, puntuale come ogni mese. Parliamo questa volta di qualcosa di diverso dal solito: una partita di baseball. Non giocata, ma vista allo stadio, e non uno stadio qualsiasi ma il Meiji Jingu, sede storica degli Yakult Swallows che assieme agli Yomiuri Giants rappresentano Tokyo nella Central League giapponese.

Le squadre protagoniste della partita non sono pero' professioniste, ma le rappresentanti di due famose universita' della Capitale: Waseda e Keio. Il baseball univeritario e' una via di mezzo, un'aggiunta. Da una parte c'e' il fascino dei professionisti, dall'altro la genuinita' e la grinta del campionato liceale. In mezzo appunto, gli universitari: un po' sfigatelli va detto, a partire dalla divisa sempliciotta e dal cappellino anni '30 a visiera corta.


Ad esaltare la partita sono stati due fattori in particolare. Il primo e' la presenza della star del panorama studentesco, il "principe della Waseda" come lo appellano i giornali, Sato-kun.

Sato-kun e' il lanciatore titolare della Waseda, personaggio osannato a destra e a manca, uno che risolve le partite.
Lo vedete qui a fianco, e non e' quello con l'asciugamano in testa.

Il perche' di tanta ironia su questo povero lanciatore e' che nonostante la nomea e l'aurea da eroe che gli hanno costruito attorno si e' preso 2 homerun al 4 e 5 inning, e li' e' pure finita la sua partita.

Non e' stata una partita semplice per lui, complice anche il caldo tremendo di domenica, pero' gli homerun subiti hanno anche deciso l'incontro.
La Waseda ha perso proprio 2-0, e viste le condizioni atmosferiche un plauso particolare va al lanciatore avversario che ha invece tenuto botta per tutti e 9 gli inning, cavandosela con 4 basi concesse.

Ma parliamo dell'altro fattore di intrattenimento quello vero. Il motivo per andare a vedere le partite studentesche.

Il tifo.


Come da manuale, eccoli con la divisa nera nonostante i 35 gradi, la bandana bianca e le pose plastiche, sono i supporter ufficiali delle squadre.

Devono per forza crederci ferventemente in quello che fanno, perche' altrimenti non si spiegherebbe come fanno a sopportare la calura chiusi in quelle giacche sbracciandosi per 9 inning.

La spettacolarita' e' davvero elevata, soprattutto perche' le mosse che fanno sono un misto tra Street Fighter 2 e il teatro Kabuki.

A far loro da supporto ci sono tromboni e tamburi, e una squadra di cheerleader che li affianca nei momenti clou.

Forza Waseda! (lol)

sabato, maggio 31, 2008

Orgoglio(ne) nazionale

E' dura esprimersi dopo una partita del genere. Primo set liscio, secondo e terzo persi entrambi 28-30, con la paura che non si riusciva piu' a chiudere un muro. E i giapponesi che davano il 120%. Quarto set peggio ancora, 6 servizi sulla rete, attacchi errati, e un parziale di 17-24 che mi ha fatto alzare dal divano in preda a sconforto e rabbia.

Rabbia per l'entusiasmo di questi maledetti musi gialli, che monopolizzano la sede dei campionati di pallavolo ormai da 3 anni, con folle nei palazzetti premunite di bastoncini dorati da sbatacchiare, servizi televisivi sui giocatori e cantanti e personaggi famosi invitati in tribuna per alzare l'audience ("e' stato mai a vedere un match di pallavolo?" "no, e' la prima volta"). Poi Meoni in battuta, e si torna 24 pari. Minuti passati piegato su me stesso con le mani sugli occhi. Il commentatore che perde man mano l'entusiasmo. "Ma e' sempre match point, ancora uno, ancora uno". Al 24, il gelo. Ma mica e' finita, magari. Ancora una volta si soffre punto su punto. Set point nostri annullati, altri match point loro sventati. Ma ormai non fanno paura come prima. Perche' finalmente ci crediamo. Alla fine si riesce a sventare un attacco loro su battuta nostra, ed e' 35-33.

Esulto. Prendo in braccio Un Son che sta giocando a fianco a me con la psp a Need for Speed, stanca di vedermi crucciato davanti alla tv, e salto come un ebete per il salotto. Spero mi abbiano sentito i vicini, e spero pure che stessero guardando la partita.
Il tie-break e' liscio, liscissimo. parziale di 9-1 amministrato fino a un 15-7 che non lascia piu' paure per noi, e che si trasforma per i giapponesi in una lenta agonia.

Il commentatore, alle 9 palle match loro, lo ha dichiarato: e' l'italia delle medaglie olimpiche, del dominio ai mondiali, quella che stavano per battere. Non l'hanno battuta, ma quello che ha descritto e' vero. Magari al momento e' un bagaglio di responsabilita' un po' troppo pesante, ma prima o poi il cerchio si richiude. Per il momento, bisogna tenere duro.

giovedì, aprile 03, 2008

Cronaca di compleanni (parte II)

Lo ammetto, la costanza non e' il mio forte. Ma complici la gita in Korea, la vacanza in Italia e la ricerca di una nuova casa ho avuto poco tempo per concentrarmi sui post.
Vedo di rimediare.

Torniamo a noi. Parlavamo di come hanno reagito i presenti all'ondata anomala (di alcol) ordita principalmente da Khan. Dopo aver descritto i due lesi, passiamo a chi invece a sopportato piu' che degnamente la sfida, partendo dal connazionale.

Il Penny: in queste cose si sa, il Penny e' affidabile. Splendido (si fa per dire) anfitrione di ogni serata che conta, ha retto infatti piu' che bene lo scontro frontale con Khan e non ha dimostrato cenni di cedimento nemmeno a serata avanzata.

E' da dire pero' che mentre il clima si surriscaldava sempre piu' ha fatto ben poco per aggiustare la situazione, scuotendo invece con fare sconsolato il capo di fronte al triste spettacolo, riscattandosi comunque con una degna performance al karaoke. Al contrario del long man (come lo chiama David) invece, protagonista della rescue squad e' stato il piccolo marinaio delle filippine, ovvero...

Marvin: Marvs e' arrivato a sorpresa, nel senso che sebbene l'abbia invitato con lauto anticipo era incerto della sua presenza causa lavoro. E invece ce l'ha fatta, e meno male perche' e' stato di grande aiuto nel trasportare i disabili dentro e fuori il Gunbali, sopportando anche la robusta mole del CM lungo le ripide scale.

Marvin inoltre e' stato leader incontrastato al karaoke, dove col suo repertorio di canzoni latine ha fatto andare l'intero pubblico femminile in brodo di giuggiole. Tra i tanti, ricordiamo i pezzi di Craig David e Ricky Martin (!!).

Le sorelle An: capitolo in comune per Eun Son e Eun Ji che ben sapendo a cosa si andava in contro hanno retto psicologicamente piu' che bene. Mentre la prima si e' sbattuta per l'organizzazione e per evitare che tutti facessero la fine di Khan, la sorellina si e' goduta i bagordi, riuscendo comunque alla fine a riportare a casa i suoi tre amici (Jitensha, Emi e Yumi, per quanto quest'ultima sia finita in una stazione della polizia in quanto troppo ubriaca per tornare a casa in taxi). Si vocifera pero' che piu' che "riportarli a casa" siano finiti in una bettola di Ikebukuro a consumare sake' caldo fino al mattino. Ma a noi piace ricordarli cosi'.

Tornando a Eun Son, dopo una partenza in sordina al karaoke, dovuta anche a un feroce mal di testa, si e' ben ripresa (grazie a un paio di pasticche molto sospette rifilatole da Mao) e ha presenziato piu' che degnamente il karaoke, sfoggiando una grande interpretazione della canzone dei Blast del film di Nana.

Kidokoro & compagno: ci ha stupiti tutti Kidokoro sensei, portando alla festa il suo giovane nuovo fidanzato. Kidokoro dall'anno scorso e' cambiata moltissimo, nel senso che se prima bastavano due birre per vederla barcollare, ora trinca come una spugna. Ho come l'impressione che noialtri centriamo qualcosa in questo... in ogni caso e' un piacere averla lucida fino alla fine.
Non si puo' dire lo stesso del suo kareshi purtroppo, che e' crollato a meta' serata ricevendo dalla sua meta' piu' di un gesto di... insofferenza.

La ricorderemo sempre fumarsi beata una sigaretta per strada, mentre il suo ragazzo giaceva accasciato sotto un albero del viale.

Al karaoke il suo repertorio ormai e' famoso: parte sempre dalla Britney Spears e Avril Lavigne, per chiudere con sigle di City Hunter e altri anime anni '90. E' sempre stata la nostra migliore insegnante, continua cosi' Kidokoro!

Chiudo qui il sipario del compleanno. Non ci sono molti altri commenti da fare, se non che il CM ancora oggi si chiede come abbia fatto a rimanere ciucco a inizio serata, e che Khan ha smesso di bere (tanto) e si dedica ora invece al nanpa in squallidi localacci di Roppongi. Ma sono tutte altre storie che, conoscendomi, rimarranno solo parole.

mercoledì, marzo 05, 2008

Cronaca di compleanni (Parte I)

Salto a pie' pari la gita alle terme, non tanto perche' sia andata male o altro, ma perche' sono ancora senza foto da accompagnare. Ho portato la fotocamera, ma l'ultimo scatto risale al viaggio .... di andata. Portate pazienza ancora un po' ...

Parlo invece dei compleanni, mio e del CM, festeggiati sabato scorso. La data di nascita del CM e' 6 giorni posposta alla mia (anche se e' avvenuta 3 anni prima.... l'avreste mai detto?), cosi' uniamo le forze e festeggiamo assieme. La cosa e' vantaggiosa per due motivi: sicuramente la festa prende ancora piu' spessore, e soprattutto 2 cause sono meglio di una per radunare i commensali piu' riluttanti.

Questa volta pero' non voglio raccontare l'evento cronologicamente, provo invece a seguire (per quello che ricordo) gli eventi vissuti dai protagonisti della festa, dove per protagonisti intendo "gente la cui presenza ha dato una svolta piu' o meno decisa al corso della serata". E' stato forse un compleanno con imprevisti? Leggete e lo scoprite.

Il CM: partiamo dal leggendario pestering korean (grande Fabio), che si presenta in forma smagliante alle 17:30 al Gunbali (il nostro locale di fiducia) di Ōkubo. Si inizia sempre presto questo genere di ritrovi perche' cosi' la gente crede che si finisca in tempo per l'ultimo treno della sera. Illusi. Comunque dicevamo, il CM e' pompatissimo: arriva con la inseparabile Son Min armati entrambi di vistosi pacchi regalo. E io mi sento una merda pensando che non gli ho preso niente..... ma rimedio imboscando il mio nome nel regalo del Penny.
Inizia alla grande il CM, dopo la classica nama (birra non pastorizzata) di apertura si parte con il chamisul, e qui iniziano le stranezze.

Nella foto lo potete ammirare al momento di indossare la maglietta regalatogliali. Sembra il solito CM di sempre a dire il vero, ma.... vacilla. E vacilla ancora. Vuole andare in bagno ma non riesce a camminare da solo, cosi' lo dobbiamo portare di peso. All'uscita, il collasso. Lo stendiamo quindi su 3 sgabelli (tanto e' piccolo hahaha) addossati al muro e lo copriamo con i cappotti: sono solo le 9 e the show must go on, giusto?

Il suo epilogo sara' una litigata con la morosa sulla via di casa e la disperata ricerca di rintracciarci una volta riacciuffato il limite della sobrieta', ma noi -un po' perfidi e un po' vigliacchi- lo lasciamo alle grinfie della donna infuriata e ne perdiamo ogni traccia, fino ovviamente alla sua telefonata il giorno successivo.

Khan:Khan, per chi non lo conosce, e' il nostro buddy islamico. Imported from Bangladesh, Khan e' l'unico dei medio-orientali ad essere entrato nel nostro gruppo, e lo ha fatto con grande stile. Amiconi dai tempi della scuola, e' rimasto leggendario per le bottiglie di vodka portate in classe e degustate in loco. Non mangia carne di maiale, ma soprassiede sull'alcol.

Khan si e' superato: ha continuato a girare per la tavolata e ovunque si fermasse faceva ubriacare i poveracci in cui incappava.

La foto e' brutta, ma e' l'unica che lo immortala (maglietta verde) a fianco di Jitensha (che vuol dire bicicletta, e' ovviamente un soprannome) e Yumi, il ragazzo e la ragazza seduti alla sua sinistra. Alla sua destra c'e' invece Marvin e Kidokoro sensei. Sottolineo questo momento perche' Khan li ha fatti bere talmente tanto, iniziando a parlare di affari di coppie, e' uscito che a Yumi interessa Jitensha, e viceversa. Solo che la sventurata coppia, una volta ubriaca, si e' divisa: Yumi che voleva essere riaccompagnata a casa ci e' dovuta tornare da sola perche' il prode Jitensha, bello in stecca, voleva assolutamente venire al karaoke del dopo cena. Solo che si e' perso sulla via (...) ed e' finito a bere con la sorella di Eun Son e le sue amiche.

Tutto bene per Khan insomma, prestazione sopra le righe. Solo che pure lui, a serata ormai matura, inizia a sbarellare. E fin qui nulla di nuovo... pero' le sue condizioni precipitano vertiginosamente, e lo si trova prima abbracciato a un CM ancora in coma mentre gli sussurra "dai amico, alzati!!", poi in situazione di rigetto selvaggio, di cui segnaliamo l'ascensore, prima che assieme a Marvin riusciamo a portarlo in strada.



Da qui, l'epilogo: montiamo Khan in un taxi e ci assicuriamo che balbetti l'indirizzo giusto. Vengo contattato dal moribondo solo lunedi pomeriggio, e si era appena svegliato da quando era rincasato. Sempre tosto Khan, che ridacchia al telefono balbettando scuse sul fatto che i piatti a base di pollo fossero pochi. Poi, con tono imbarazzato domanda: "non e' che ho fatto cose strane vero?". No Khan, vai tranquillo. Fino allo prossimo ritrovo almeno.

Continua.....

lunedì, febbraio 18, 2008

Aggiornamenti

Non ho tempo di fare un discorso serio su tutto, cosi' in cerco di colmare questo periodo di magra con un'infarinatura generale degli ultimi avvenimenti.

- Sono ufficialmente diventato direttore amministrativo (di me stesso). Dal mio ufficio di Shibuya sogno di conquistare l'umanita' intera, o eventualmente anche solo di trovare un appartamento nuovo.

- La battaglia per trovare casa e' lunga e logorante: setacciata Kichijoji siamo passati a Shinagawa e ora si torna a puntare a nord, verso Shinjuku. Eventualmente quest'ultimo non sarebbe male, potrei tornare a casa a piedi dopo ogni serata nei localini del luogo.


- Sono stato portato in salagiochi da Eun Sun, che sta finalmente mostrando di essere davvero coreana. Non e' un granche' nei giochi di guida, ma ci sa dannatamente fare con gli sparatutto a scorrimento.

- Oggi ho la maglietta di Pure Pwnage sotto alla camicia e cravatta, il che fa molto Clark Kent.

- Sul portatile nuovo ho installato Ubuntu. Al di la' del nome cacofonico si sta rivelando una convivenza accettabile, salvo qualche piccolo problema di (in)competenza tecnica che mi trovo a risolvere con assistenza via ICQ d'oltreoceano (grazie Ale).

- Il portatile nuovo e' comunque una bomba, e Linux serve a tenere lontana l'idea di installarci WoW.

- WoW nel frattempo e' freezato fino a nuovo ordine, e viste come vanno le cose credo che dovra' aspettare ancora un bel po'. Intanto la PsP ha una nuova vampata di gloria, potendo essere sfruttata nei quotidiani spostamenti in treno.

- Venerdi sera siamo stati pagati 700 yen per consumare una lauta cena in un'osteria di Shin Okubo; ringraziamenti vivi e sentiti al cassiere che ha sbagliato a darci il resto (o forse voleva davvero regalarci soldi, non so).
Spettacolare Eun Sun che, accortasi della mazzetta di quattrini in piu', si e' data a una fuga rocambolesca per i vicoletti del quartiere.

- Dopo la lunga degenza causa segnali d'allarme dell'organismo (Epatite A), il CM e' tornato in forma smagliante a riprendersi il suo vip status nelle serate che contano. Di positivo c'e' che ha smesso di fumare, e ha stabilizzato i rapporti con l'attuale meta'. Inoltre a trovato un nuovo lavoro, il turno di notte in una videoteca hentai di Kabuki-cho.

- Il CM ha anche deciso di presenziare l'annuale gitona alle terme di fine febbraio. Nonostante gli ottimi risultati dell'anno scorso, le proiezioni per quest'anno non sono le migliori. Ma ci diamo sempre un po' di margine.
Per sicurezza, domani sera appuntamento per acquistare i viveri e i liquidi (chamisul).

Ci risentiamo al ritorno da Hakone.

mercoledì, gennaio 16, 2008

Luoghi dalla proustiana memoria - parte I

Tokyo e' una citta' immensa, e mentre da un lato i posti nuovi non finiscono mai, dall'altra ce ne sono alcuni che diventano parte delle proprie memorie. Per diversi motivi: avvenimenti particolari, particolare feeling con la zona, o piu' semplicemente perche' li si frequenta quotidianamente.

Non e' una sensazione facile da spiegare, in particolare e' difficile descrivere il legame che ho con la NTT Tower. Ma partiamo da una spiegazione oggettiva del luogo.


La NTT Tower, lo dice il nome stesso, e' la torre della Nippon Telegraph and Telephone, ossia la locale Telecom. E' la sede principale, e si tratta di un grattacielo di una cinquantina di piani con una forma che ricorda l'Empire State Building.
A vederla, sembra davvero imponente. Al contrario dell'agglomerato di grattacieli di Shinjuku ovest (che dista tra l'altro solo pochi minuti a piedi) la torre e' posta in mezzo a una distesa di edifici normali, il che la fa svettare nel nulla creando cosi' un "effetto Fuji".

Inoltre in questo modo la sua mole e' visibile e riconoscibile da Shinjuku nord in giu' fino a Shibuya, e come un faro (nemmeno molto figuratamente, di notte e' sempre piena di luci) segna la via della vicina stazione JR di Yoyogi agli sventurati che si perdono nelle viette di Sendagaya.

E' un po' musa e un po' mamma, ai suoi piedi ho avuto un sacco di soddisfazioni e delusioni, testimone immobile di grandi serate e rientri sconsolati. Forse per l'elevata instabilita' emotiva del periodo in cui frequentavo i suoi dintorni me la sono sempre trovata di fronte al momento di rincasare, e si e' creato un legame che ancora permane quando passo dalle sue parti.

[Disclaimer: mi rendo conto che le foto sono orribili. Purtroppo non ne avevo di migliori e purtroppo non ho la passione per andare a farne di migliori. Queste pubblicate sono state scattate in serate a caso, passando da quelle parti.]