Soundtrack del mese

U2 - City of Blinding Lights

[How to Dismantle an Atomic Bomb - 2004]

giovedì, marzo 29, 2007

Piccola parentesi turistica

Spesso gli amici (ma soprattutto mia sorella) quando vedono le mie foto mi chiedono come mai non riprenda mai immagini di Tokyo, o comunque di quello che mi circonda.
I motivi sono principalmente due: il primo e' che il vivere ogni giorno a contatto con i medesimi posti fa passare l'emozione del paesaggio; l'anno scorso forse mi sarei dilettato a scattare foto di Shibuya, Shinjuku, Tokyo e cosi' via, ma ero sfortunatamente sprovisto di macchina fotografica (haha).

Il secondo motivo e' legato anche al tipo di posti che usualmente frequento: Tokyo in generale non si puo' dire una bella citta', cosi' come la potrebbe intendere un europeo. Mancano le piazze, monumenti, palazzi storici (e anche se gli ammerigani ne avessero lasciato intatto qualcuno, invece di bombarare a tappeto nel '45 ci avrebbe pensato la speculazione edilizia degli anni '80 a toglierli di mezzo): certo non mancano templi, cimiteri tradizionali e ovviamente gli edifici imperiali, ma sono dislocati in luoghi che generalmente non frequento. *Potrei* andare a vederli, e' vero, ma di solito se ho tempo libero preferisco andare a visitare posti fuori Tokyo. E' forse oggettivamente sbagliato, ma per il momento sopporto (^。^ )

Tornando a noi e ai commenti di cui sopra, questa mattina tornando a casa da una piacevole serata con amici ho fatto un orario un po' ibrido: ero a mezz'ora dall'orario di apertura della Yamanote, presto per aspettare mezz'ora il primo treno -classicamente stracolmo di gente oltretutto- ma anche tardi per pensare di farmela interamente a piedi. Cosi' ho deciso di incamminarmi in direzione di casa e prendere un treno alla stazione successiva, cosi' da poter immortalare anche qualche scorcio dei posti in cui spesso bazzico.



Iniziamo da Shibuya: per quanto luccicante e affollata sia di giorno, la sera i suoi vicoletti hanno tutti questo aspetto. La monnezza per terra e' normale, mancando del tutto a Tokyo cassonetti e cestini (cfr. post dell'agosto scorso), cosa tra l'altro comune in gran parte dell'Asia orientale. Nonostante tutto pero', questa e' la Shibuya piu' intima, per pochi. Nel senso che la condividono i nottambuli e i grossi ratti che frugano nella spazzatura.



Fioriti! Questi alberi che adornano una delle strade che si diramano dal lato sud della stazione di Shibuya sono i primi ciliegi che vedo in fiore; il caldo di questi giorni ha finalmente fatto schiudere le gemme, e infatti per sabato prossimo abbiamo organizzato l'hanami al parco di Yoyogi...



Il Sole ormai sorge mentre cammino per la strada che da Shibuya costeggia la linea ferroviaria e arriva a Ebisu. Diritta davanti si staglia inconfondibile la mole della stazione JR (che come avviene usualmente contiene un paio di centri commerciali), mentre i primi treni percorrono la Yamanote. Ebisu a queste ore mi e' particolarmente familiare, essendo tappa abituale nel percorso di ritorno dai club di Roppongi.



Gotanda finalmente! Il sole ormai e' alto sul piazzale di fronte alla stazione ancora semideserta.

sabato, marzo 17, 2007

Archiviazione di una settimana di fuoco

Che poi e' la settimana del FOODEX.
Come ogni anno puntuale alla terza settimana di marzo, e' stata una fiera che ha visto esposti alimenti e bevande provenienti da tutto il mondo. Ma su questo nulla di nuovo, come non e' nuovo il fatto che Kahinin-Makuhari, vivace borgo nella vasta campagna di Chiba, si sia trovato invaso da una moltitudine di persone alla quale il posto e' tuttavia abituato, testimoni le decine di imponenti strutture alberghiere dai 50 piani che troneggiano nei dintorni della stazione JR.

Come ogni anno c'era anche l'ICE a organizzare il padiglione italiano (anche questa volta il piu' esteso per superficie) e nonostante un'organizzazzione tecnica non eccellente (gli stand sono stati appaltati a Eurostand, l'azienda che si occupa degli allestimenti della Fiera di Milano, come abbiano vinto la gara non si e' ancora capito) si e' riusciti a coordinare e seguire gli oltre 200 stand italiani.
E i seminari giornalieri.

Insomma bene: meglio dell'anno scorso anzi, grazie all'esperienza maturata e alle migliorate capacita' linguistiche. Mi spiace solo non aver potuto utilizzare anche il mio rudimentale coreano, ma me lo riserbero' per la prossima volta.
Spiccano tra le varie cose, il bottino portato a casa ovviamente, e lo stipendio settimanale straordinario che mi ha pienamente ripagato degli sforzi impervi di svegliarsi alle 6 ogni mattina.

Provo ad allegare anche una fotografia: non e' particolarmente significativa ma presenta il sottoscritto in compagnia del dott. P, figura monumentale degli uffici dell'ICE Tokyo, ferventemente impegnato a smantellare lo stand dopo la chiusura dei lavori di venerdi.



A completamento della descrizione della settimana, vanno aggiunti i fine serata nelle izakaya di Makuhari, e il tentativo del suddetto dottore di portarmi a bere Chianti Classico dalla bottiglia sulle panchine di Takashimaya a Shinjuku. Perche' afferma che a Firenze si usa cosi'...

sabato, marzo 03, 2007

Metti una vasca all'aperto e i fiocchi di neve

Capitano spesso periodi in cui non riesco a trovare il tempo di scrivere, o meglio in cui non ho voglia di mettermi a scrivere.
Vuoi per mancanza fisica di tempo, per l'umore altalenante o per penuria di argomenti interessanti, oppure come piu' spesso capita non mi piace quello che scrivo e le righe digitate finiscono a tempo indeterminato nella famigerata cartella bozze.

Pero' di cose da dire ne ho, se non altro per la piacevole gita trascorsa nella prefettura di Gunma assieme ad un folto gruppo di amici. Destinazione le terme di Misagami, che vantano una storia pluricentenaria e sono piuttosto conosciute nel Kanto; non come il mega complesso di Hakone ma per lo meno la quiete e' certamente maggiore.
Ed era proprio la quiete che cercavo (uso il singolare perche' la maggior parte della compagnia non era dello stesso avviso, ma ne parlo piu' tardi): dopo 2 mesi di ritmi frenetici, alleviati dal clima non troppo rigido di quest'inverno, il bisogno di staccare la spina e' diventata un'ossessione.

Ossessione sparita nel momento in cui mi sono infilato nel rotemburo, la vasca all'aperto della sorgente termale.
Il posto si trova sulle rive di un fiume, in una zona montana: il corso d'acqua ha scavato la sua strada nella roccia cosi' le sponde si alternano tra ampi spazi argillosi e pareti calcaree, spettacolo ben visibile immersi nell'acqua calda della onsen. Attorno, solo dorsali di montagne verdissime per le molte agrifoglie presenti, e nessun rumore se non lo scrosciare dell'acqua della fontanella termale e l'immaginario rumore della neve che cade.
Per una congiunzione astrale inaudita infatti, nel momento in cui siamo arrivati alle terme fino alla domenica successiva, a Gunma ha nevicato. Non moltissimo a dire il vero, ma la notte di venerdi e la mattina di sabato i fiocchi erano abbondanti e fitti, e non esiste condizione migliore per rimanere immersi in acqua calda, parlando del piu' del meno con amici e bere sake appositamente collocato su tazzone di legno galleggianti.

E' stato davvero magnifico, non mi sarei mai aspettato un risultato simile. Non e' la prima volta che vado in una stazione termale, ma tra quelle di Odaiba o comunque in zona ancora metropolitana e la quiete di Misagami ci passa un oceano.

Va detto che anche la compagnia ha fatto la sua parte: non e' facile ritrovarsi con un nutrito gruppo di persone, sia per gli impegni personali sia, soprattutto, per gli impegni di lavoro (dato che la stragrande maggioranza di loro lavora 6 giorni a settimana...). Ma quando ci si riesce, il risultato positivo e' garantito.

Detto questo, voglio rompere la tradizione millenaria della mancanza di foto in queste pagine per presentarvi un tipico clan yakuza dell'honshu orientale. Il capo famiglia e' il tipo al centro, sembra davvero un tipo rispettabile e simpatico, attorno ci sono scagnozzi assortiti.



A proposito degli scagnozzi, come si confa al popolo giapponese hanno una gran passione per l'alcol, per quanto non lo reggano per niente (salvo rare eccezioni). Cosi' dopo aver comprato preventivamente 10 bottiglie di sochu (di quello buono, d'importazione coreana) abbiamo passato la serata a finirlo, con un finale degno, o meglio dire indegno.

Ci sono filmati a riguardo, ma li terro' privati per decenza.