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domenica, dicembre 10, 2006

100% Giapponese

Anzi a prima vista si direbbe quasi il contrario, ma la sensazione finale e' stata questa.
Sono andato venerdi sera a casa di Kazufumi, amico giapponese con grande passione per la cucina (anche quella italiana) col pretesto di lasciargli un pacco di effetti personali da custodire durante le mie vacanze natalizie. In realta' il vero scopo era quello di mangiare la sua leggendaria (nel senso che se n'e' sempre sentito parlare, ma nessuno ancora aveva testato) pasta fatta in casa, condita per l'occasione con il kilo di parmigiano e il litro di olio arrivatimi dall'Italia.

Gentilissimo come sempre, e' passato a prendermi a casa in macchina e siamo partiti dopo aver soddisfatto la sua voglia di vedere il dvd del live dei Kishidan. Osaki-Urawa sono un'ottantina di kilometri, ma grazie al fatto che i giapponesi i cantieri stradali li aprono solo la notte, ci abbiamo messo un'ora e mezza tra ingorghi, transenne, e tanti ometti sventolanti le spade laser rosse di segnalazione.

Viaggiare in macchina per Tokyo e' un'esperienza che ho vissuto relativamente poche volte, e non sento assolutamente la mancanza di provarla piu' spesso. Per quanto sia affascinante passare per vie diverse lungo tragitti che si conoscono per altri modi, il traffico e' sempre sostenuto, e soprattutto ci sono i pericolosissimi taxi sempre in agguato e a rischi di incidente. I taxi sono un'infinita', quasi 1 macchina su 3 e' taxi, e per qualche strana ragione tutti i tassisti hanno dai 50 ai 60 anni, e sono vestiti tutti allo stesso modo: gilet - cravatta - guanti bianchi.

Pero' il viaggio notturno ha sempre il suo fascino, vedere scorrere ponti, insegne e le innumerevoli luci che attornano le strade e' quasi rilassante, in piu' ci si aggiunge la compagnia e l'autoradio, alla fine il tempo passa piacevolmente. A proposito di autoradio: cd di punta sono stati quelli del live di Imola di Vasco, mi sono tornate in mente le serate di primavera a Trieste.

Alla fine raggiungiamo casa di Kazufumi, e qui si entra in un altro mondo. Anzi no, e' il mondo uguale a quello che si trova varcando la soglia di qualsiasi casa tradizionale giapponese. Con questo non voglio dire che abiti in dojo con pagoda attenzione, per tradizionale intendo per il Giappone del secolo scorso, quello della prima contaminazione occidentale. Insomma e' una di quelle case strane, dove si respira un'aria diversa dagli striminziti monolocali di Tokyo o dagli attici asettici del centro: stanze grandi, tatami e mobili anni '50, fotografie e diplomi appesi sopra i cornicioni, un po' in obliquo in modo da leggerli comodamente da seduti, tavoli bassi e sedie di pari misura (nessun problema per le mie ginocchia quindi).

Abbiamo iniziato con pasta al sugo e pollo al tegame, accompaganti da una bozza di Chianti Classico (perche' ricordiamo che lavorare all'ICE non da alcun vantaggio marginale), a seguire c'e' stata la proiezione del video di una delle sue partite di baseball delle superiori (registrata dalla tv tra l'altro); non commento ulteriormente perche' lo shock di vedere lui e Taisuke magri la meta' di quello che sono ora e' stata troppo grande. Ah, ho commentato.

Qualche ora di riposo passata in un doppio futon (sono stati davvero gentilissimi, e' sempre piacevole dormire stendendo bene le gambe) con tanto di tappeto termico sotto la schiena, ci siamo dedicati alla preparazione della grande cena del sabato. Anzi, i preparativi sono stati interrotti dalla colazione-pranzo preparata dai suoi genitori: ho omesso che la loro casa e' dietro alla piccola osteria di cucina europea gestita dal papa' (il quale tra l'altro e' un vero fiol). Ho cosi' mangiato un katsu-curry fatto in casa, con tanto di tonshiru di contorno, come Tachibana prima delle partite. Al limite della commozione.
Dicevamo, i preparativi. A dire il vero Kazufumi ha fatto il ripieno, la pasta, la stesura della tale e il confezionamento dei ravioli, io mi sono limitato a guardare la tv e a dirgli quanto male stava venendo il tutto. Pero' dalla mia c'e' stato almeno il merito di aver ricordato come si piega un tortellino, il che ha riempito il raggiante cuoco di riconoscenza nei miei confronti.

Fortunatamente verso le 17 e' arrivata Mina (la ragazza di Kazufumi), cosi' ho potuto ammazzare il tempo chiaccherando mentre il cuoco finiva di preparare anche oden e carpaccio di tonno e salmone. E si e' poi inaugurata la seconda serata di festone, nella quale si sono raggiunti picchi di follia tentando di creare improbabili videomessaggi per mia sorella e soprattutto per l'avvento di un altro amico (detto "Il Gory" per ovvie analogie con il possente primate).

Per concludere questo sbrodolamento, sono state 22 ore trascorse in modo diverso dal solito, non solo per l'ambiente quanto anche per le persone a compagnia: Tokyo e' una citta' enorme e multietnica, talmente multietnica che il senso della famiglia e della tradizione si diluisce in un mare di altre culture e abitudini. E' stato come un ritorno a Nagoya o a Kujukuri, e' questo il Giappone che mi piace vivere.
Intanto settimana prossima si torna a Roppongi, in futuro pero' vedremo :)

5 commenti:

-=Tr0sT=- ha detto...

Ciao Tito!
Ho dato solo una rapida letta qui al tuo blog perchè è davvero lungo.. altro che il mio... :)
Ti lascio un saluto mentre continuo a leggere :D

Hayao ha detto...

leggi leggi, e ricorda che un tempo fu fatta una promessa.... :D

Anonimo ha detto...

Ciao
Saimo un'azienda di Firenze che sta pre-producendo una serie televisiva ambientata in Giappone. La storia narra di un ragazzo ed una ragazza italiani che si trasferiscono in Giappone.
Il tuo post ci ha incuriosito e ci farebbe piacere se ci potessi raccontare qualche aneddoto interessante.
Ci puoi contattare su mail@2comeloro.com

Anonimo ha detto...

Ciao, ho trovato il tuo blog su google, metre cercavo varie notizie sul giappone, me lo sono letto tutto d'un fiato e wowww mi hai fatto crescere ancora di + la voglila di partire, cmq vorrei sapere tante altre cose, mi sto preparando un pò lentamente x farmi un viaggio in giappone (solo soletto) ma una mia grande pecca è che nn parlo niente e dico niente di giapponese il che mi preoccupa un pò?!?!?! :-( , cmq volevo chiederti se mi potresti essere d'aiuto in alcune cose x il viaggio, se puoi contattami a quest'indirizzo: kenny1280@gmail.com

se nn puoi grazie mille lo stesso x le info che ho letto sul tuo blog!!!!

Ciaoooo!!!!

Anonimo ha detto...

Il semble que vous soyez un expert dans ce domaine, vos remarques sont tres interessantes, merci.

- Daniel